Non lontano dalla porta di Damasco, dirigendosi verso est, dove le mura turche sono costruite direttamente sulla roccia, si arriva ad una porta scavata nella pietra stessa. Entrando dalla porta si è sorpresi.

All'improvviso ci si trova in un immensa grotta, lunga più di 200 metri, interamente scavata sotto la città vecchia.


Inoltrandosi all'interno, ci si rende conto del fatto che in molti punti la pietra presenta dei tagli netti e che quindi la grotta fu usata come cava di pietra.

Viene da chiedersi a quando risale il primo sfruttamento della pietra . La tradizione non ha dubbi. La grotta ,infatti, viene popolarmente chiamata "la cava di Re Salomone" poichè sarebbe da qui che gli operai che costruirono il Tempio presero il materiale per costruirlo.

La sfinge dei massoni

Una scoperta assai curiosa, fatta per caso dall'archeologo francese Clermont-Ganneau alla fine del secolo scorso, potrebbe avvallare la tradizione. All'entrata della grotta l'archeologo trovò un' incisione scolpita nella roccia che rappresentava una creatura fantastica, simile ad una sfinge, che ricordava i bassorilievi assiri.

L'incisione, fu datata da Clarmont Ganneau tra l'ottavo e il sesto secolo a.c., quindi al periodo del Tempio di Salomone. Assai presto la grotta cominciò ad essere meta di membri delle logge Massoniche, che sentivano uno stretto legame con i costruttori del Tempio di Salomone, poichè li consideravano i primi massoni .

Durante il mandato britannico, le riunioni dei massoni erano ufficiali e rese pubbliche. Una delle "sale" della grotta è chiamata fino ad oggi la "sala dei Massoni".