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Nelle mura turche della
città vecchia,
sul lato est, quello che guarda
verso il Monte degli Ulivi,
è infissa una colonna che sporge
all'altezza di circa 9 metri dal suolo
e si protende verso il monte.
La tradizione musulmana vuole
che su questa colonna Maometto
siederà a cavalcioni nel giorno del Giudizio,
e tenderà un pelo di coda di cavallo
dal Monte degli Ulivi fino a lui ,
che fungerà da ponte sulla valle di Giosafat.
Tutti dovranno attraversare il ponte,
ma solo coloro che avranno la coscienza
a posto saranno aiutati dagli angeli,
mentre gli altri precipiteranno
irrimediabilmente nel baratro.
L'idea del ponte su cui devono passare
le anime dopo la morte si trova gia'
in un antico testo persiano, le Ghata,
inni attribuiti a Zoroastro, fondatore
della religione mazdaica( 7-6 sec. a.c.)
Anche in questo caso il ponte conduce
in paradiso le anime buone, mentre
le cattive precipitano nell'inferno.
Un pellegrino tedesco,
il monaco Felix Fabri,
che visitò la città nel 1480, racconta
della colonna e di un musulmano,
che arrivò a Gerusalemme e fu accolto
dalla gente come un santo.
Un giorno radunò a sè un gruppo
di musulmani e li portò fuori dalle
mura per fargli vedere come Maometto
avrebbe giudicato i suoi fedeli
nel giorno del grande giudizio.
Salì e si siedette sulla colonna,
con la schiena appoggiata alle mura e
la faccia rivolta giù, verso la folla.
Incominciò a profetizzare ma, preso
dall'entusiasmo, scivolò e cadde
a terra frantumandosi.
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